Le patologie d’interesse
Il diabete di tipo 2 e la dieta VLCKD Ruolo del microbiota intestinale e del glucosio in una malattia da non sottovalutare

Il Diabete è una delle malattie che più colpisce gli italiani e per quanto spesso sottovalutato, è una malattia complessa ed insidiosa che purtroppo riduce l’aspettativa di vita. Il DMT2, il diabete legato all’insulino-resistenza (il corpo resiste all’azione dell’insulina e il glucosio si accumula nel sangue) è una “malattia cronica”, da controllare con il supporto costante del medico. Fermo ciò, la riduzione del peso corporeo e il mantenimento di uno stile di vita attivo possono risultare indispensabili nella gestione del paziente diabetico.
La VLCKD, Very Low Calorie Ketogenic Diet, è un protocollo dietetico che contrasta l’eccesso di peso e di zuccheri nel sangue, grazie al bassissimo contenuto di calorie e carboidrati alimentari, in presenza di un’inalterata assunzione proteica. La sua correlazione positiva con il diabete di tipo 2, è ben argomentata, tra numerosi altri, da uno studio svolto da endicrinologi e diabetologi italiani dell’Università Tor Vergata e La Sapienza di Roma 1Studio scientifico: “La Very-Low-Calorie Ketogenic Diet come mezzo sicuro e valido nella gestione a lungo termine di pazienti obesi con Diabete di Tipo 2”.

Una malattia determinata da uno squilibrio nei livelli circolanti di glucosio
In una malattia metabolica e multifattoriale caratterizzata da uno squilibro nei livelli circolanti di glucosio e da un’alterazione del profilo lipidico, come è il Diabete 2, le evidenze presenti in letteratura mostrano come la VLCKD possa potenziare e migliorare la biodiversità del microbiota intestinale, un complesso ecosistema costituito da miliardi di cellule simbiotiche corrispondenti a diversi tipi di virus, funghi e batteri.
Il microbiota svolge un ruolo determinante per la salute umana, agendo come barriera contro i patogeni e stimolando sviluppo e buon funzionamento del sistema immunitario.
Le abitudini alimentari sono strettamente connesse alla sua composizione e la quantità e la qualità dei macronutrienti provenienti dalla dieta risultano determinanti. Una delle strategie per modulare il microbiota è il consumo di fibre provenienti da fonti alimentari. Cibi vegetali e frutta di stagione, fonti di fibra solubile e insolubile, possono migliorare la diversità della composizione microbica.
Esistono però altre modalità per modulare la composizione del microbiota: a tale proposito l’attuale disamina della letteratura analizza soprattutto l’impatto della VLCKD sulla composizione del microbiota intestinale attraverso le modifiche che questa comporta sul metabolismo lipidico e proteico, in funzione dell’auspicato miglioramento dell’equilibrio metabolico globale delle persone con DMT2.