Cos'è la dieta chetogenica?
Un regime alimentare che elimina la massa grassa, salvaguardando quella magra.
La dieta chetogenica rappresenta un vero e proprio protocollo d’azione nutrizionale per il quale è sempre consigliato il supporto di un medico che fornisca indicazioni e controindicazioni e garantisca il monitoraggio clinico e strumentale del decorso, evitando squilibri e carenze nutrizionali.
In breve, per dieta chetogenica si intende un regime alimentare basato su una sostanziale riduzione dei carboidrati, detti anche glucidi, che induce uno stato metabolico definito “chetosi”, attraverso il quale il corpo trae energia dalle proprie riserve di grasso e non dal glucosio.
I corpi chetonici contribuiscono a 3 funzioni fondamentali:
- Si rendono fonte energetica più efficiente rispetto ai carboidrati – coprono l’80% dei fabbisogni energetici del cervello e inducono un effetto psicotonico con sensazione di benessere e iperattività.
- Hanno un effetto anoressizzante – inibiscono l’ormone dell’appetito e il centro della fame situato a livello ipotalamico, riducendo la sensazione di fame a partire dal 2°-3° giorno.
- Riducono l’infiammazione – cronicità che sta alla base di alcune particolari condizioni patologiche quali ipertensione, iperglicemia, resistenza all’insulina e sindrome metabolica.
Come si arriva ai corpi chetogeni?
L’organismo inizia ad attingere energia dalle proprie riserve di glucidi contenuti nel glicogeno di riserva, principalmente muscolare ed epatico, mantenendo l’insieme delle funzioni fisiologiche. Il glicogeno muscolare e quello epatico vengono trasformati in glucosio. In seguito, quando le riserve di glicogeno saranno esaurite, gli aminoacidi e il glicerolo derivanti dalle proteine e dai trigliceridi, vengono convertiti in glucosio (gluconeogenesi).
Dopo 2 o 3 giorni si verificherà un terzo fenomeno: la chetosi. Gli acidi grassi liberi derivanti dalla degradazione dei trigliceridi produrranno in questa fase i cosidetti “corpi chetonici” a livello del fegato.
La dieta chetogenica è per lo più utilizzata per perdere peso, soprattutto nei casi di forte sovrappeso e obesità. La strategia keto è apparsa come determinante e prioritaria nelle linee guida della Società Europea dell’Obesità, il cui documento ufficiale, pubblicato sulla rivista Obesity Facts, rappresenta un fondamentale punto di riferimento per i professionisti chiamati a trattare persone con obesità.
La chetogenica ha mostrato numerosi punti di forza, rispetto ai normali schemi ipocalorici, proprio grazie all’azione dei corpi chetonici, capaci non solo di ridurre il senso di fame, ma anche di favorire una maggior perdita di massa grassa preservando quella magra.
Per questo, la task force europea di EASO (European Association for the Study of Obesity) ha recentemente proposto una dieta a bassissimo contenuto calorico, definita VLCKD (Very Low Calorie Ketogenic Diet), come strategia nutrizionale di partenza nella gestione dell’obesità.
Gli studi hanno mostrato che l’impiego di una dieta chetogenica VLCKD comporta non solo una significativa perdita di peso, ma anche un importante miglioramento di tutta una serie di parametri della composizione corporea.
Studio scientifico: “La VLCKD: uno studio sulla sicurezza nella vita reale nel contesto dell’obesità”.
Le diete VLCKD vengono formulate tramite lo sbilanciamento dell’alimentazione verso le proteine, ma in quantità tale da non configurare una dieta iperproteica. L’apporto giornaliero di proteine, quindi, sarà normoproteico, di alto valore biologico e di facile assimilazione (alto coefficiente di assorbimento), permettendo così un risparmio della massa muscolare.
Unito ad apporti glucidici e lipidici predeterminati, tutto ciò costringe l’organismo ad utilizzare i grassi di deposito come principale fonte di energia, realizzando così un dimagrimento selettivo sulla massa grassa e risparmiando la massa magra che comprende muscoli, elasticità della pelle, ossa e varie funzioni vitali.
Il metabolismo epatico si adatta alla restrizione calorica producendo l’energia necessaria al funzionamento degli altri organi. Dopo 12/24 ore di dieta, le riserve di glicogeno (quindi di glucosio) si esauriscono e la produzione di glucosio avviene a partire dal lattato e dagli aminoacidi. Gli acidi grassi subiscono una trasformazione (detta beta ossidazione) che porta alla produzione di corpi chetonici, utilizzati a loro volta da cuore e muscoli come fonte di energia, risparmiando il glucosio destinato al cervello.
Durante una dieta proteinata i substrati energetici del muscolo sono gli acidi grassi liberi, i corpi chetonici e gli aminoacidi ramificati. I corpi chetonici sono preferibilmente utilizzati perché diffondono facilmente attraverso le membrane plasmatiche e mitocondriali mentre la maggior parte degli acidi grassi richiedono la carnitina per attraversare la membrana mitocondriale. Gli aminoacidi ramificati sono transaminasi per produrre alanina, glutamina, piruvato, evitando la proteolisi endogena.
La produzione di energia a partire dagli acidi grassi è subordinata all’attivazione di un enzima del tessuto adiposo (la lipasi ormono-dipendente) che avviene in seguito ad una cascata di reazioni enzimatiche complesse. La forma attivata della lipasi ormono-dipendente può idrolizza una mole di trigliceridi per formare tre moli di acidi grassi e una mole di glicerolo. I tre acidi grassi diffondono attraverso la membrana cellulare e sono trasportati verso gli altri tessuti. Il glicerolo è portato al fegato e convertito in DHAP intermedio del glucosio.
I reni contribuiscono all’adattamento metabolico durante una restrizione energetica. La gluconeogenesi renale produce glucosio a partire dal lattato, dal glicerolo, dalla glutamina, e dall’alanina. Durante una dieta proteinata i reni possono contribuire in modo preponderante alla produzione di glucosio (fino al 45%). I reni eliminano attraverso l’urina i sottoprodotti del metabolismo azotato, urea e ammoniaca.
Durante la dieta proteinata la sensazione di fame scompare dopo 48-72 ore. La chetogenesi inizia dopo 2 giorni e produce i corpi chetonici: ac. Acetacetico , ac beta-idrossibutirico e acetone. Questi ultimi attraversano la barriera ematoencefalica ed arrivano alle cellule cerebrali, dove vengono utilizzati come fonte di energia e agendo come fattore anoressizzante.