I falsi magri Sarebbero il 25% i soggetti "magri fuori", ma a rischio cardiovascolare a causa del grasso interno

Cresce il numero dei cosiddetti FALSI MAGRI, magri nell’aspetto esteriore , ma “grassi dentro”. Coloro cioè che pur non avendo problemi di sovrappeso, hanno comunque depositi di grasso nel fegato, nel pancreas (il cosiddetto grasso viscerale) e nel sistema cardiovascolare e sono per questo a rischio di malattie cardiovascolari acute e croniche.

Questi falsi magri, che sarebbero addirittura il 25% della popolazione italiana adulta, sei milioni di italiani che non svolgono alcuna attività fisica, hanno uno stile di vita scorretto e, anche se non devono dimagrire, hanno comunque un rischio doppio di essere colpiti da una malattia cardiovascolare rispetto a chi è magro “dentro e fuori”.

Un elevato numero di persone è quindi “metabolicamente obeso” sostenuto anche dal fatto che un italiano su tre non svolge nessun tipo di attività fisica, il 37% si muove ma non arriva ai 30 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana consigliati ormai da tutte le Linee Guida.

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Una salsiccia o un hot dog al giorno produce un aumento del 42% del rischio di problemi cardiaci e del 19% di diabete.

I grassi davvero cattivi, invece, sono i grassi saturi e i grassi trans. I primi non dovrebbero rappresentare più del 7% delle calorie totali giornaliere e si trovano nelle carni prevalentemente rosse, nei salumi, nel burro, nelle uova, nell’olio di palma e di cocco, nei prodotti caseari. I grassi saturi aumentano i trigliceridi, il colesterolo LDL, aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e di diabete: una salsiccia o un hot dog al giorno produce un aumento del 42% del rischio di problemi cardiaci e del 19% di diabete.

I grassi trans sono i peggiori in assoluto. Si creano quando un grasso liquido si mischia con l’idrogeno e diventa solido. Li troviamo in moltissimi prodotti alimentari processati: la margarina, in piccole quantità nel burro, nei prodotti fast food (soprattutto nelle fritture), negli snack e merendine e nei prodotti di panificazione( quel “buon profumo” di pane e focaccia che esce dai forni dipende ahinoi dall’alto potere “aromatico” dei grassi trans).

Questo tipo di grassi aumenta i trigliceridi , il colesterolo totale , colesterolo LDL, riduce il colesterolo HDL e andrebbero eliminati dall’alimentazione quotidiana in quanto il loro rischio aterosclerotico è il più elevato. Si riconoscono nelle etichette dei prodotti alimentari prima di acquistarli: li evidenzia la dicitura “oli vegetali idrogenati” .

Una dieta chetogenica che sostituisce i saturi con polinsaturi, provoca un abbassamento significativo del colesterolo e degli eventi cardiovascolari.

Ci si chiederà quindi quale dieta risulta efficace ad esempio nel prevenire le malattie cardiovascolari:


le diete a basso contenuto di grassi totali, senza discriminare tra saturi, monoinsaturi e polinsaturi, non abbassa il rischio cardiovascolare, mentre diete come quella chetogenica, con grassi totali fino al 46% delle calorie totali, ma con sostituzione dei saturi in polinsaturi, provoca un abbassamento significativo del colesterolo e degli eventi cardiovascolari.

Ricordiamolo quindi: I GRASSI NON SONO TUTTI UGUALI, VA CONTROLLATA SEMPRE LA LORO QUALITÀ.

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